Duomo Antico
tratto da Wikipedia
In seguito all'unione amministrativa di Barcellona e Pozzo di Gotto del 1836, al conseguente raddoppio della popolazione, si rende necessaria la costruzione di un nuovo tempio capace di accogliere un maggior numero di fedeli, che rappresenti degnamente la comunità cristiana e che sia punto di riferimento storico, artistico e religioso del nuovo centro costituito. L'accelerazione alla realizzazione del progetto è data dal disastroso terremoto di Messina del 1908 che danneggia gravemente l'antico duomo di San Sebastiano, rendendolo inagibile per alcuni anni, compromettendone la stabilità, in un primo tempo demolite le parti che presentano maggiore pericolo e puntellato il tetto, per le necessità impellenti del culto è riaperto.
Altre sì, non sono trascurate le motivazioni dei nascenti sviluppi urbanistici: il vecchio duomo avrebbe impedito di tracciare l'asse viario costituito dall'odierna via Roma, naturale sbocco d'accesso alla Stazione Ferroviaria, anch'essa oggi trasferita lungo il nuovo percorso della linea a doppio binario. Il tempio primitivo completato nel 1606, l'attigua chiesa degli Agonizzanti, il teatro Placido Mandanici distrutto a causa di un incendio il 31 maggio 1967, il Monte di Pietà, costituivano l'antico nucleo di Barcellona fino ai primi decenni del 1900, quando il luogo di culto è definitivamente demolito con la conclusione del nuovo duomo.
Approvazione del progetto 1º aprile 1931. La costruzione avviata il 25 gennaio 1932, conclusa il 30 ottobre 1935, inaugurata il 25 marzo 1936 dall'arcivescovo di Messina Angelo Paino. La sistemazione della piazza antistante conclusa con l'elevazione del duomo alla dignità di basilica minore da parte del cardinale Angelo Sodano il 18 settembre 1992.
Cronologia
Il duomo antico di San Sebastiano sorgeva nella piazza oggi intitolata a san Sebastiano, cartoline storiche post demolizione testimoniano la denominazione del sito in piazza Teodoro Roosevelt, in onore del 1º presidente americano a ricevere il premio Nobel per la pace e la riconoscenza verso gli USA sempre legata agli intensi flussi migratori dalla Sicilia e dall'Italia intera.
La costruzione presentava una caratteristica comune al duomo antico di Pozzo di Gotto ovvero la chiesa di San Vito: accorpato all'edificio principale, un secondo luogo di culto addossato al primo col quale divideva alcune parti comuni. Nello specifico, con prospetto orientato verso settentrione, si erigeva la chiesa degli Agonizzanti facente nucleo col duomo antico di San Sebastiano a Barcellona, mentre a Pozzo di Gotto si erge la chiesa delle Anime Purganti adiacente alla chiesa di San Vito.
L'arciprete di Castroreale Giovanni Cutrupia in una cronaca del 1731 descrive in dodici il numero degli altari presenti nell'edificio sacro. Tralascia di indicare la disposizione e l'attribuzione delle opere custodite: quadri, statue e manufatti trasferiti due secoli più tardi nell'attuale duomo. In mancanza di testimonianze fotografiche e di planimetrie è possibile solo ricostruire idealmente la collocazione delle opere all'interno del duomo Antico di San Sebastiano. Dei vecchi dodici altari enumerati il sunto:
«... il maggiore è ubicato in un cappellone sotto la cupola, disposto secondo lo schema romano innanzi al coro, in esso è collocato il quadro della Beatissima Vergine Maria riconducibile alla Madonna delle Grazie. Altri due altari posti nel transetto sotto due cupole minori: in uno è esposto il Santissimo Sacramento, nell'altro il Glorioso San Sebastiano ...».
Nella cronaca l'arciprete non menziona San Nicola, inoltre indica nel lato o navata sinistra, il passaggio di comunicazione interno tra il duomo Antico di San Sebastiano e la chiesa degli Agonizzanti, circostanza rafforzata dal fatto che su una parete delle navate laterali sono presenti quattro altari anziché i cinque presumibilmente posti sul lato destro che si affaccia su via Garibaldi. La chiesa degli Agonizzanti con prospetto a settentrione, è posta quindi dietro la mole del campanile, elemento architettonico che unitamente alla facciata, è notoriamente rivolto a occidente. È ipotizzabile l'esistenza di un ingresso laterale su via Garibaldi ma, è altrettanto vero supporre per simmetria, la presenza di un varco comunicante con la sacrestia o vani accessori.
«... quattro cappelle e relativi altari sono disposte su un lato della navata e cinque sull'altro. L'altare dedicato al Glorioso Patriarca San Giuseppe, l'altare della Beatissima Vergine dell'Itria, l'altare della Beatissima Vergine degli Agonizzanti, l'altare delle Anime del Santo Purgatorio, l'altare del Santissimo Crocefisso. Sul lato opposto l'altare di San Francesco, l'altare con la statua della Beatissima Vergine del Riposo, l'altare della Beatissima Vergine del Rosario, l'altare di San Cristoforo.
Nell'attigua Chiesa degli Agonizzanti comunicante sulla sinistra sono presenti altri quattro altari: nel primo è esposto il quadro di Gesù e Maria, segue l'altare del Santissimo Crocefisso con la Beatissima Vergine della Pietà e San Giovanni Apostolo costituito da statue di stucco, l'altare di San Giovanni Battista e l'altare della Santa Croce ...».
Alcune opere sostituite con versioni contemporanee, con tutta probabilità, sono andate irrimediabilmente perdute nel corso degli eventi sismici dei secoli scorsi.
In seguito al terremoto della Calabria meridionale del 1783, il vescovo vicario Guglielmo Stagno il 24 maggio 1795 giorno di Pentecoste, sotto il patrocinio di san Sebastiano e dei protomartiri santa Restituta, santa Reparata e san Benigno, riconsegna il duomo ristrutturato alla cittadinanza.
Numerosi eventi sismici interessano il vecchio monumento fino alla demolizione determinata in parte dai danni causati dal sisma noto come terremoto di Messina del 1908.
La Basilica di San Sebastiano
Gino Trapani
Andrea Italiano
Marcello Crinò
Salvatore Scilipoti